Presentazione di Salvo Fleres

Più che una presentazione è una testimonianza.

 La città di Catania, tra il 1944 e la fine del XX secolo, ha avuto 26 sindaci, distribuiti in molte più sindacature, alcune brevissime, e 7 commissari; tuttavia, chi si aspetta che l’interessante lavoro di Carmelo La Rocca costituisca una sorta di lunga cronologia biografica dei vertici delle varie, spesso molto complesse, amministrazioni municipali succedutesi al governo della città di Agata, si sbaglia di grosso.

Alla guida dell’Elefante. I sindaci di Catania dal dopoguerra alla fine del XX secolo, al contrario di quanto si possa immaginare, rappresenta un’attenta e documentatissima analisi socio politica ed economica degli avvenimenti che hanno segnato e caratterizzato la vita del controverso capoluogo etneo.

         Avvenimenti dei quali le varie sindacature, e gli uomini che le hanno interpretate nel tempo, hanno rappresentato soltanto l’espressione istituzionale della sua variegata, e spesso discussa, classe dirigente, dei rapporti tra i diversi partiti, delle relazioni tra economia e politica, ma anche del contesto in cui la città ha vissuto nel periodo preso in esame.

Insomma, se volessi provocare l’autore e l’editore direi che il titolo non rende giustizia al testo, concepito con competenza, passione e cura degne di rilevanza accademica, così come lo è la forma utilizzata per la sua stesura.

 Ciò che intendo dire è che non ci troviamo di fronte all’elenco biografico dei sindaci di Catania, come si potrebbe pensare a prima vista, perché, anzi, lo spazio dedicato alla biografia dei vari protagonisti è davvero ridotto al minimo: solo ciò che è rigorosamente funzionale ai fatti raccontati, il resto è accurata analisi storica e socio-economica. 

Il libro di Carmelo La Rocca, che egli dedica a Giuseppe Astuto, già docente presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Catania, di cui è stato collaboratore per diversi anni, rappresenta un itinerario economico, politico ed amministrativo, ragionato e documentato, lungo il quale i diversi sindaci rappresentano solamente le varie tappe, in cui si possono scorgere fatti e personaggi determinanti per la vita della città, con particolare riferimento al trentennio che va dal 1950 al 1980, ma anche oltre.

Tuffandosi nell’agile lettura del testo si ripercorrono le, spesso contorte, vie di una politica che, dal dopoguerra ad oggi, non può certo dirsi che abbia subito processi evolutivi né in termini programmatici, né i termini metodologici o comportamentali, né, purtroppo, in termini di classe dirigente, com’è purtroppo constatabile dalle stucchevoli cronache di tutti i giorni. 

Per quanto mi riguarda, i sindaci che si sono susseguiti tra il 1975 ed il 2023 li ho conosciuti tutti direttamente, qualcuno nella mia veste di giornalista politico, qualcuno in quanto collega consigliere, dunque parte in causa, altri come parlamentare o come semplice cittadino impegnato nella città in cui è nato. 

È per questa ragione che desidero aggiungere a quanto già detto, vale a dire ad un commento tecnico, o storico, sul testo, anche una vera e propria testimonianza diretta. 

Ebbene, da testimone diretto, in qualche caso da protagonista di quegli anni, posso sostenere, senza alcun timore di essere smentito, che il percorso tracciato da Carmelo La Rocca è tanto oggettivo quanto preciso, tanto distaccato quanto, comunque, completo e conforme, dunque perfettamente rappresentativo del contesto storico che viene rappresentato e descritto.

Se un certo mondo accademico catanese, a volte un po’ bacchettone, fortunatamente solo a volte, avesse l’auspicata intenzione di arricchire e completare gli aspetti rigorosamente teorici e “politicamente corretti” della sua narrazione didattica, per dedicare maggiore spazio a ciò che è stata, ed in parte è ancora, la “politica meramente predicata”, per affrontare coraggiosamente i vari aspetti della “politica praticata”, se volesse passare dai sentimenti delle “anime belle” alla “sanguigna passione del confronto più duro”, quello di Carmelo La Rocca sarebbe certamente uno dei testi ai quali guardare con l’attenzione che merita. 

Personalmente mi auguro che accada.

                                       

Salvo Fleres